E’ impensabile oggi comunicare senza tenere conto del proprio personal branding; siamo, noi, infatti, l’oggetto del desiderio della nostra community e del nostro target market, ancor prima del nostro prodotto e servizio.
I consumer comprano la nostra persona, il nostro sé, con tutti i valori che ci appartengono e ci contraddistinguono. Ecco perché non può esistere comunicazione aziendale che non abbia alla base uno sviluppo consolidato di brand identity e di brand positioning.
Personal branding che cos’è
Esistono varie definizioni di Personal branding ma quella che, a mio avviso, è più significativa è la seguente creata da Jeff Bezos: “Si definisce personal branding quello che si dice di noi quando noi non siamo presenti”.
Con questo concetto si vanno a riassumere, infatti, tutte quelle caratteristiche, quei dettagli e quelle qualità che caratterizzano il nostro brand che altro non siamo se non noi stessi.
Personal branding deriva dal termine brand, marca in italiano, che indica appunto una serie di elementi distintivi che vanno ad identificare un’impresa, un’azienda rendendola diversa da tutte le altre.
Il personal branding è quindi tutto ciò che caratterizza la nostra persona, che riguarda la nostra reputazione, i nostri valori e il nostro sistema di credenze che creano il nostro marchio personale e ci differenziano dai nostri competitor.
Come fare personal branding
Esiste un solo sistema per fare personal branding in modo efficace: essere se stessi. Se si vuole essere credibili e riconoscibili occorre mantenere nel tempo sostanza e genuinità senza interpretare dei ruoli che hanno poca attinenza con la realtà.
Se essere se stessi è la chiave, veicolare i propri valori, la propria mission e la propria vision si rivela la diretta conseguenza del processo.
Per farlo oggi abbiamo un ecosistema vario e proprietario al tempo stesso: il web.
Una comunicazione chiara, diretta e autentica sul Web è fondamentale per creare una brand reputation forte e una brand identity rilevante.
Online noi rappresentiamo la voce di noi stessi, non solo della nostra azienda e della nostra impresa. Il nostro successo imprenditoriale passa proprio dalla capacità di trasmettere la nostra essenza in Rete, con i nostri partner, i nostri collaboratori e dipendenti.
Dobbiamo comunicare chi siamo e perché lo facciamo: solo in questo modo saremo attrattivi per la nostra community di riferimento.
Personal branding e brand positioning
Un buon personal branding porta, di conseguenza, ad un ottimo brand positioning.
Che cosa si intende con questa definizione? Per brand positioning si intende la capacità di rimanere impressi nella mente. Il nostro brand si posiziona, si fissa nei pensieri di acquirenti e prospect proprio per quelle caratteristiche che abbiamo saputo narrare di noi attraverso il nostro personal branding.
L’obiettivo? Chiaramente quello di arrivare al primo posto. Noi non siamo soliti, infatti, memorizzare chi ha raggiunto il secondo gradino del podio alle Olimpiadi o si è classificato secondo in una competizione: è solo il nome del vincitore che trova gloria e riconoscimento e non scompare dai ricordi.
Personal branding, storytelling e content marketing
Se il nostro scopo è quello di riuscire ad avere un brand positioning saldo per poterlo raggiungere occorre avere grandi doti comunicative e narrative.
Dobbiamo essere in grado di raccontare la nostra storia e i nostri ideali con realismo ed empatia al fine di generare emozioni nel nostro interlocutore.
Ecco quindi che la tecnica comunicativa dello storytelling arriva in nostro aiuto; anche in questo caso siamo noi i protagonisti del romance, con le nostre prove da superare e i nostri traguardi da rendere pubblici e, perché no, con i nostri fallimenti da condividere.
La narrazione può avvenire sui nostri canali Social, sul nostro blog aziendale e personale o su quello di partner e collaboratori. Grazie anche all’uso del content marketing sapremo rendere il nostro io “prodotto”, un prodotto valoriale che merita di essere letto, conosciuto, apprezzato e comprato.
Personal branding e brand awareness
E’ proprio dal personal branding che si genera la brand awareness ovvero il grado di conoscenza percepito del nostro brand.
Come si misura la brand awareness?
E’ stato l’economista statunitense David Allen Aaker a creare uno strumento efficiente nella misurazione della “conoscenza della marca” definito appunto Piramide di Aaker
Secondo Aaker esistono quattro gradi di conoscenza della marca:
- Unaware of a brand (assenza totale di conoscenza del brand). In questo livello, che rappresenta la base della piramide, la marca non è nota;
- Brand Recognition (conoscenza superficiale del brand). Siamo al secondo step della piramide e in questa fase la marca comincia ad insinuarsi nella mente del consumatore che, per ricordarla, ha comunque bisogno di determinati input, come delle domande che possono richiamare alla memoria l’esistenza del brand.
- Brand Recall (Conoscenza forte). In questo livello il consumatore è perfettamente in grado di associare autonomamente e spontaneamente la marca al suo prodotto e/o al suo servizio;
- Top of Mind. E’ la vetta della piramide, il luogo in cui la conoscenza del brand e la sua consapevolezza sono in grado di influenzare le intenzioni e le esperienze d’acquisto del consumatore.
Lo scopo di tutto il nostro lavoro di personal branding è quello di scalare la piramide di Aaker fino ad arrivare al top e determinare un brand positioning di primo piano.